SUGGESTIONE DI “UNA AREA MODERATA” , O DI UNA NUOVA DC DELLA”BALENA BIANCA”, O DI UN PARTITO ECCLESIALE INTRANSIGENTE ?
A tempi alterni , ormai, torna il desiderio della riedizione della vecchia DC modernizzata in “ area dei moderati “ e , per non confessare gli antichi errori del pseudo-moderatismo doroteo la si tenta di nascondere dietro Dossetti, De Gasperi e Sturzo evitando ogni richiamo a Moro , ed alla sua politica, che aveva mostrato d’essere uno storicista dinamico capace di tradurre in termini felici e con la sua autorevolezza una avanzata sintesi politica che già all’epoca parlava di modernizzazione e riformismo.
Nasce così ,oggi, l’ammucchiata dei “ moderati “: da Alfano a La Russa, da Cicchitto a Mattioli, da Casini a Bonanni, da Fini a Riccardi, da Buttiglione a Montezemolo – tutte “ facce nuove “ – che, orfani di un leader, spingono nell’agone politico un politico non politico: il sen. Monti.
Il programma dell’ammucchiata dei moderati rimane incomprensibile ; ci fornisce notizie che potrebbero apparire utili se non fossero di scarsa originalità e avere il difetto di non sapersi elevare al di sopra dell’empirismo, malgrado la pretese di super-revisionismo.
Per ora non ci rimane che attendere all’opera una nuova leva giovanile dei “ moderati” e dobbiamo assistere solo alla seconda serie di “decadenti” notabili politici che mi piace definire con un diverso e nuovo appellativo : “ rispettabili” che, quanto prima, potrebbero essere sbalzati di sella da quegli stessi loro “giovani “ che appaiono interessati per giungere presto ai posti più alti.
I moderati di oggi ,molti dorotei di ieri e cattolici integralisti di Todi , sembra non voler capire che il popolo è stanco degli slogans e della propaganda convenzionale. Ad un periodo, ormai concluso, dell’esperienza berlusconiana e di quella del governo dei tecnici del rigore senza equità, deve succederne solo un altro che sappia guardare ad un profondo e serio riformismo, che sappia essere governo politico capace di far propri, con coraggio e determinazione, i problemi della società nazionale e di investire nella loro soluzione le aspirazioni dell’intero Paese.
E’ “ L’area riformista” : la sinistra, i movimenti, la società civile ,i “liberi” sindacati, a dover dar prova della inalterate vocazioni a dirigere il Paese facendosi nuova tra le cose nuove.
La “SUGGESTIONE di un’area moderata” porta il segno del “ clerico moderatismo” , cioè di quella fallimentare stagione del “ cattolicesimo politico” piuttosto che di quella vitalità moderna di Moro e Berrlinguer.
Ai “ sognatori “ di questa area di retroguardia, o meglio della “ balena
bianca “ : da Buttiglione a Riccardi a Bonanni vorremmo far sapere che pretendere di estrarre meccanicamente dalla dottrina sociale cattolica la soluzione di tutti quanti i problemi del Paese, signifca scambiare insegnamento dgmatico con insegnamento pastorale, dottrina morale con ideologia politica, ossequio formale e conformistico, che non può generare nulla, con obbedienza e rispetto, cui segue il libero impiego dell’intelligenza al servizio della verità.
Ai “ sognatori moderati “ alla Gedda che aspirerebbero ad un nuovo governo del rigore diciamo, lo diciamo agli iscritti alla CISL, che con Monti il Paese non riuscirà mai a coniugare sviluppo con legalità, rinnovamento con unificazione economica e morale del nostro Paese e colmare i vecchi squilibri Nord- Sud, fra città e campagna e combattere i nuovi prodotti dello sviluppo economico, primo fra tutti quello che appare nelle nostre città: la popolazione già stabilizzata ai gruppo di recente immigrazione.
Una nuova e necessaria svolta politica non può essere affidata ad un “ moderatismo di maniera “ dei Casini e Montezemono con la ciliegina di Alfano ed il cappello del sen. Monti. E’ “l’area riformista” a dover fare appello alle forze nuove, ai ceti protagonisti dello sviluppo ai quali Berlusconi prima e Monti dopo hanno “ ucciso “ la speranza : i giovani, le donne, gli operai,i tecnici. Bisogna suscitare nel Paese un’ondata di interesse e di partecipazione che faccia indietreggiare il nascente qualunquismo fascista, bisogna affrontare senza improvvisazioni e pressapochismo il problema dei programmi.
E’ “ l’area riformista” che deve saper realizzare una nuova politica, non essere buona per ogni politica.
Sergio Scarpino